WooCommerce è la peggiore scelta quando un'azienda sceglie di mettere in piedi un ecommerce aziendale. Perché? Perché non è un ecommerce ma un plugin per un software che funzionalmente ed architetturalmente non è pensato per diventare un software per cataloghi, listini, account utenti ordini e pagamenti online. Oltre all'enorme falla che apre - come opensource - all'interno del sistema aziendale.
E se state pensando che io non parli bene di WooCommerce perché abbiamo scelto di sviluppare i nostri progetti ecommerce su Shopify, Shopify Plus o su BigCommerce... è vero! Perché se pensassi che WooCommerce fosse una soluzione buona per i miei clienti non esiterei a proporlo. Quindi noi sviluppiamo in Shopify o Bigcommerce perché non si può pensare di sviluppare progetti di ampio respiro con WooCommerce.
E ci sono dei motivi se non sviluppiamo con un sistema che qualunque programmatore e designer potrebbe utilizzare:
Ma andiamo con ordine.
Opensource non significa non scegliere un software.
Quando si sceglie di sviluppare con WooCommerce il proprio ecommerce si sta facendo una scelta che obbliga a rimanere all'interno di un ecosistema, tanto quanto qualunque altro software. Software che sceglie, ecosistema che ti ritrovi. L'illusione della "libertà" legata al sistema opensource è fallace: se un domani vuoi cambiare perché ti sei reso conto che dopo i primi 50 ordini al giorno il tuo sistema balla ed è macchinoso da gestire... "butti via tutto", ovvero devi rifare il tuo ecommerce con un altro sistema.
Come per il passaggio da qualunque software ad un altro, si possono fare delle migrazioni dei contenuti, degli ordini, dei clienti, impostare i redirect per "tranquillizzare" i motori di ricerca. Ma farlo da WooCommerce a Shopify o da Magento a BigCommerce non cambia: sempre una migrazione dei dati bisogna fare e ricostruire il sito, reimpostando tutto su un nuovo sistema.
Siamo vincolati alle scelte dei software che facciamo.
Anche con WooCommerce, al pari di qualunque altro.
WooCommerce non è un sistema ecommerce
Partiamo da una fonte più autorevole di me (quando c'è, bisogna riconoscere i propri limiti), ovvero Gartner, una società per azioni multinazionale che si occupa di consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo della tecnologia dell'informazione con oltre 15.000 clienti nel mondo.
Il Gartner Magic Quadrant dell'ecommerce, una ricerca annuale che recensisce tutti i software ecommerce per le aziende e li mette all'interno di una tabella con relativo diagramma, cercando di dare loro un posizionamento e compararli tra di loro. La lista finale, dei migliori, è di 18 software. Beh, tra questi non c'è WooCommerce.
Ora, che un sistema tanto usato da smanettoni di tutto il mondo, per la facilità con cui si mette mano a tutto, non sia in una classifica che recensisce i migliori software ecommerce per me dovrebbe già di per se bastare (ripeto: la fonte conta).
Ecco la"classifica" pubblicata ad Agosto 2023
Shopify, Salesforce, Adobe, SAP e Commercetools sono nel quadrante dei leader per completezza di visione, tallonati da BigCommerce.
Come vi dicevo, WooCommerce non è pervenuto.
E scendendo nei particolari di "cosa è WooCommerce", si capisce anche perché.
WooCommerce e la sicurezza (transazioni e dati)
Ma, per l'appunto WooCommerce è un plugin del famoso Wordpress, sistema nato per fare blogging, con una struttura leggera e facilmente manipolabile, completamente gratuito nel suo utilizzo, che negli anni è diventato un sistema per costruire siti. E fin qui... per quanto deprecabile in ambito aziendale, si è diffuso grazie ai suoi punti di vantaggio (gratis, facile, completamente aperto a qualunque modifica anche da parte di programmatori non troppo esperti sono sicuramente i cavalli di troia che lo hanno fatto amabilmente entrare in molte aziende).
Ma finché parliamo di siti aziendali, progetti di blog e di landing page, vabbeh, chissenefrega della sicurezza e dell'infrastruttura alquanto debole, costruita con una serie di file php che ne disegnano la struttura e un core sul quale imparano a smanettare gli hacker che poi vogliono passare a roba seria.
Il problema è quando un sistema che dichiara le vulnerabilità della versione precedente ad ogni release (e ne fa tante) si occupa di muovere soldi ed accettare ordini.
No buono... Server senza protocolli destinati alla sicurezza (WooCommerce può essere installato su qualunque server, senza certificati particolari per fare ecommerce), codice aperto e conosciuto anche dai principianti che cominciano a smanettare su php e mysql, falle di sicurezza dichiarate e sbandierate dagli stessi sviluppatori... appunto: no buono per costruire un sistema ecommerce aziendale che vuole scalare e fare business. Scalare? E chi ha detto che sia facile scalare con WooCommerce?
WooCommerce e la struttura del database
Al suo interno, WooCommerce utilizza la struttura flessibile del database di WordPress, che è un ottimo modo per creare rapidamente situazioni semplici (come comporre una pagina il titolo, il corpo e l'immagine di un post o di una pagina web). Fondamentalmente invece fallisce quando si tratta di qualsiasi tipo di query o manipolazione complicata di accorpamento di dati, come innescare chiamate che richiedono di mettere assieme le informazioni di fatturazione del cliente, con quelle di spedizioni, legate all'ordine e al listino dei prodotti, con le informazioni sui prodotti, il tutto gestito con un click sul compra ora... un delirio per un sistema simile)
Il progetto WooCommerce sta affrontando questo problema e si sta muovendo verso una struttura di dati personalizzata che scalerà significativamente meglio. Ma al momento non è neppure comparabile con le altre piattaforme che fanno ecommerce, come quelle citate dalla ricerca di Gartner.
WooCommerce e i plugin
Un rischio enorme che rimane ancora - intrinsecamente legato al mondo di Wordpress - è il modo in cui gli sviluppatori di terze parti o i componenti aggiuntivi di WooCommerce aggiungono funzioni per gestire cataloghi, clienti e pagamenti: completamente opensource e lontano da ogni validazione a monte (necessaria per garantire armonia del sistema, ma in primis la sicurezza).
Tradotto in pratica significa che l'utilizzo di un plug-in scritto male (o di un aggiornamento dello stesso) ha il potenziale per degradare significativamente le prestazioni complessive del sistema... O la sua sicurezza, che è peggio ancora.
Il processo per trovare dei plug-in adatti, per aggiungere funzioni al proprio ecommerce adatti, non è qualcosa di standard. Quando acquisti un'app per Shopify, l'installazione passa attraverso lo store ufficiale e deve rispettare dei requisiti, da chiunque venga sviluppata. Un sistema di controllo che garantisce in primis il merchant, offrendogli la possibilità di accedere a sistemi con un minimo di garanzia. Esistono market di WooCommerce ufficiali e non ufficiali e tutti questi siti dove acquistare plugin vendono applicazioni costruite con standard diversi, con diverse politiche di rinnovo, con diverso policy di supporto e diversi costi di abbonamento.
Una babele.
E succede sovente che più plug-in di WooCommerce, se utilizzati contemporaneamente, possano causare conflitti imprevisti. Quando ciò si verifica, è spesso molto difficile eseguire il debug alla ricerca della causa principale. Ovviamente sono ore lavoro interne o dell'agenzia che supporta l'azienda (che spesso costruisce un modello di business sull'assistenza dei siti in WooCommerce).
I plugin non ti danno neppure la garanzia di continuare a funzionare dopo un aggiornamento di WooCommerce. Ma quando questi plugin sono gateway di pagamento o altre funzioni essenziali, legate al business online, che smettano di funzionare no buono.
No buono in un sacco di casi insomma.
WooCommerce è gratis e fa tutto... ma non è il più amato dagli utenti
Ora, nel mare magnum di chi ha un negozio ecommerce, non tutte sono aziende e non tutte hanno un business plan votato a far crescere il business, con necessità di sistemi ed integrazioni da più fonti... insomma, tra i milioni di siti online la #pellegrinanza può essere trovata ovunque.
Ma il web è democratico e permette a tutti di realizzare un sito, con due spiccioli e studiando un po'. Un sistema per gestire transazioni online (nota: non lo sto chiamando ecommerce) che si appoggia al più famose sistema per costruire siti, è ovvio che venga utilizzato, sopratutto da chi non si ferma a riflettere sulle considerazioni appena riportate.
E nonostante la sua gratuità, nonostante sia facilmente implementabile (ovvero che il suo sviluppo costi poco poco e non richieda grandi conoscenze in ambito programmazione - anzi), quando guardiamo i sistemi ecommerce più amati dagli utilizzatori vince Shopify. Ce lo dice un sito completamente indipendente, G2.com, il più grande e autorevole marketplace di recensioni software a livello mondiale, che ogni anno indirizza più di 60 milioni di persone verso decisioni più informate in merito alla software selection, per i più svariati campi.
Anche G2.com costruisce un diagramma per mostrarci i software meglio recensiti e più amati del mondo ecommerce. Ovviamente qui - dove la parola va agli utenti - è presente (grazie alla sua diffusione) anche WooCommerce.
E questa è la situazione per gli utenti SMALL BUSINESS, ovvero per le piccole aziende che non hanno ancora scalato il business online, dove WooCommerce continua ad essere abbondantemente diffuso, nonostante abbia perso da tempo il ruolo di leader e stia subendo - ogni giorno di più - una progressiva erosione da parte del software Saas, non solo Shopify, leader indiscusso, ma anche nei confronti di Shopify Plus (ricordo: anche le piccole aziende potrebbero puntare a grandi progetti) e BigCommerce.
Quando ci spostiamo nelle MEDIE AZIENDE, dove il volume di fatturato online comincia ad essere significativo, la posizione di WooCommerce diventa più eterea, come si vede dall'immagine seguente, lasciando spazio anche a Saleforce Cloud e sprofondando verso il basso,
Nel mercato delle aziende ENTERPRISE WooCommerce, pace all'anima sua, perde ulteriori posizioni e sarà interessante capire, da un lato, quale scelta sia quella di WooCommerce in ambito enterprise, dall'altro, per quanto ancora riuscirà a resistere in uno scenario di know-how e competenze che diventa sempre più maturo.
Conclusione
Lo so che sembro antipatico, sopratutto se tu che stai leggendo sei un'agenzia, un consulente o uno sviluppatore che lavora vendendo WooCommerce o marginalizzando sulla sua gestione nel tempo. E anche se sei un'azienda che lo sta usando e non ha trovato finora grossi problemi (è solo questione di tempo, fidatevi, specialmente se cominciate a vendere tanto).
O potrei sembrarti dissonante, sopratutto se ha dei fornitori, agenzie o consulenti che ti trapano le orecchie con WooCommerce, perché sono legati a questo mondo dello smanettamento, della messa in produzione di sistemi "Frankenstein", del software traballante che fa continui compromessi con prestazione, sicurezza e scalabilità.
Io la scelta verso sistemi SaaS ed API first, che scalano prestazioni e potenza sulle reali necessità di business l'ho fatta da più di 5 anni. Era facile utilizzare opensource, php e sistemi da hostare su server, era facile fare upselling con manutenzioni e bugfixing, era facile avere clienti a cui cascava il server il sabato mattina e far pagare l'intervento come urgente e fuori orario di lavoro.
Ma quanto viviamo meglio ora noi e i nostri clienti?
UN SACCO!
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Alcune informazioni sull'autore
Giovanni Fracasso
COO e CMO @ICT Sviluppo