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  1. Ecommerce

Shopify Edition Summer '25: approfondiamo le novità più impattanti

25 maggio 2025

| Giovanni Fracasso |
22 minuti per leggere
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Siamo rimasti frastornati dalla quantità di novità presentate dalla recente Shopify Edition Summer 25, ma è tempo di guardarci dentro un po' di più. Proviamo ad approfondire i temi che ci sembrano più importanti per lo sviluppo e la gestione dei progetti e-commerce con Shopify.

Per chi mastica un po' di Shopify sa che i Theme Blocks sono il DNA della personalizzazione. Sono quei moduli riutilizzabili che trasformano sezioni statiche in componenti flessibili: pensa a slider, banner, gallery, testimonial. Fino a ieri, crearli significava sporcarsi le mani con Liquid, HTML, CSS e JSON schema.

Con la Summer '25 Edition, #ShopifyMagic ora genera theme blocks direttamente dal theme editor.

Non stiamo parlando di template preconfezionati o di drag-and-drop limitato. Stiamo parlando di AI che scrive codice Liquid da zero, completo di HTML, CSS, JavaScript e schema JSON, partendo da una descrizione in linguaggio naturale.

"Voglio una sezione testimonial con immagine del cliente a sinistra, citazione al centro e bottone call-to-action in basso"... e Shopify Magic ti genera il blocco completo, funzionante, pronto da usare.

È democratizzazione completa dello sviluppo theme.

Fino a ieri, personalizzare un tema significava o accontentarsi dei blocchi esistenti o rivolgersi ad agenzie che facevano i soldi su modifiche che costavano migliaia di euro per poche ore di lavoro.

Oggi, un merchant può descrivere esattamente quello che vuole e averlo in 30 secondi, funzionante, professionale, unico.

Questi blocchi AI-generated sono indistinguibili da quelli scritti a mano. Vengono salvati nella cartella /blocks del tema, hanno la stessa struttura, possono essere riutilizzati, modificati, nidificati. Non sono una feature separata, sono theme blocks veri.

E funziona solo sui temi compatibili con i theme blocks (Horizon e quelli che supportano questa architettura). Non è un caso: Shopify sta spingendo verso un ecosistema dove ogni elemento è modulare, riutilizzabile, AI-generabile.

La differenza tra un blocco mediocre e uno spettacolare sta nella precisione della richiesta. Non puoi dire "aggiungi immagini e testo" e aspettarti magia. Devi essere chirurgico.

Ovvio che poi, la personalizzazione spinta torna allo sviluppatore: ma li stiamo parlando di progetti middle/enterprise dove il tema viene sviluppato custom. E anche in quel caso, dopo le realizzazione del tema, la libertà torna al merchant. Ciao ciao assistenze da nababbi.

La barriera d'ingresso alla personalizzazione theme è crollata: la competizione si sposta dalla tecnologia alla creatività.

E mentre tutti si concentrano su AI chatbot e automazioni marketing, Shopify ha fatto la mossa più silenziosa e devastante: ha dato a ogni merchant il potere di uno sviluppatore esperto.

Chi pensa che questa sia solo una feature in più non ha capito il quadro generale. Shopify sta costruendo un ecosistema dove ogni elemento è AI-generabile, ogni personalizzazione è alla portata di tutti, ogni store può essere veramente unico.

La domanda non è se questa tecnologia cambierà l'e-commerce, ma quanto velocemente i merchant si renderanno conto del potere che hanno tra le mani.

Per leggere la guida di Shopify alla generazione dei Theme Blocks clicca qui.

Mentre tutti dormivano, quelli di Shopify hanno fatto quello che sanno fare meglio: hanno preso tutto quello che odiavamo dello sviluppo e-commerce e l'hanno buttato nel cesso.
La loro Next Gen Dev Platform non è l'ennesimo aggiornamento cosmetico, è una rivoluzione.
Per anni gli sviluppatori hanno fatto i giocolieri con tunnel ngrok che si disconnettevano nel momento più sbagliato, dashboard separate per ogni cosa, e quel dolce momento in cui deployi il codice pregando che funzioni.
Chi sviluppa su Shopify sa di cosa parlo: quella sensazione di camminare sui carboni ardenti ogni volta che devi testare qualcosa.
Shopify se n'è accorta e ha deciso di fare tabula rasa.
La prima cosa che mi ha fatto alzare un sopracciglio è il localhost development nativo. Non più tunnel esterni che ti abbandonano quando hai fretta, non più rate limiting che ti fa venire l'orticaria. Ora digiti shopify app dev --use-localhost e boom, tutto gira in locale con certificati HTTPS che si generano da soli. Modifichi il codice, salvi, e vedi i cambiamenti istantaneamente. Come dovrebbe essere sempre stato, cazzo.
Il Dev Dashboard unificato è quello che mi ha convinto che (sembra) stiano facendo sul serio. Prima avevi app in un posto, store in un altro, estensioni chissà dove. Ora è tutto in un'unica interfaccia pulita. E la parte più bella? Puoi creare dev store per qualsiasi piano, incluso ShopifyPlus, gratis. Questo significa che finalmente puoi testare le funzionalità enterprise senza dover essere una azienda idle market o enterprise.
Qui Shopify ha fatto una cosa intelligente: invece di ficcare l'AI dappertutto come fanno tutti, l'hanno integrata dove serve davvero. Il .dev Assistant per le Shopify Functions è un game changer. Naviga automaticamente le reference, genera le query GraphQL, costruisce la logica delle funzioni. Non è marketing, funziona davvero. E la gestione automatica dei metafield con definizioni dichiarative in TOML? Dovrebbe essere poesia pura per chi ha mai dovuto gestire metafield su decine di store.
La cosa che mi ha fatto sorridere di più è il preview immediato senza deploy. Per anni gli sviluppatori hanno fatto deploy per vedere se un bottone era allineato. Ora modifichi, salvi, e vedi tutto in tempo reale. È come passare da una Panda del '92 a una Tesla - tecnicamente fanno la stessa cosa, ma l'esperienza è su un altro pianeta.
Come dice Eytan Seidman di Shopify: "Vogliamo che costruire su Shopify sia l'esperienza più moderna, semplice e LLM-powered possibile per la prossima generazione di sviluppatori." E ci sono riusciti.
Per chi sviluppa come Ict Sviluppo, questo significa progetti più veloci, meno bug in produzione, team più felici. Ma soprattutto significa che possiamo finalmente concentrarci su quello che conta: risolvere i problemi dei clienti: tempi di sviluppo si riducono, i budget si ottimizzano.
È quello che aspettavamo da anni.
Shopify diventa sempre più enterprise.
Ma senza complicazioni.

Per leggere di più sulla Netxt Gen Dev Platform clicca qui.

Per chi non lo sapesse, Shopify Flow è l'arma segreta dell'automazione e-commerce. Un sistema che monitora il tuo store aspettando che succeda qualcosa, un ordine, un cliente che si registra, un prodotto che va in sold out...e poi scatena una cascata di azioni automatiche.

È come avere un dipendente che non dorme mai e non sbaglia mai.

Integrato in Shopify da anni.

Ma c'è una funzione specifica di Flow ho apprezzato un sacco, annunciata nella nuova Summer Edition 2025 e che mi conferma, ancora una volta, perché Shopify è sempre tre passi avanti a tutti: "Send HTTP Request."

Mentre tutti si concentrano sui trigger e le azioni standard, Send HTTP Request è la chiave che apre ogni porta. È il ponte universale tra il tuo store Shopify e letteralmente qualsiasi sistema esistente sul pianeta. ERP, CRM, magazzini, sistemi di fatturazione, piattaforme marketing: se ha un'API, Flow ci può parlare.

Senza scrivere una riga di codice.

La parte interessante è che questa funzione non è disponibile per tutti. È riservata ai piani Shopify Advanced e Plus. Non è marketing, è strategia. Shopify sa che questa funzionalità può trasformare un semplice store in un ecosistema integrato, e la tiene per chi fa sul serio.

E poi... puoi usare variabili dinamiche negli URL e negli header. Significa che ogni richiesta HTTP può essere personalizzata in tempo reale con i dati specifici dell'evento che l'ha scatenata. Cliente nuovo? URL personalizzato con il suo ID. Ordine completato? Header con tutti i dettagli dell'ordine.

Ma come sempre, il diavolo sta nei dettagli. E qui Shopify ha fatto una scelta interessante: Send HTTP Request può mandare dati fuori, ma non può usare le risposte che riceve. È un monologo, non una conversazione.

Sembra una limitazione, ma è in realtà una feature. Perché? Perché mantiene Flow veloce e affidabile.

Niente dependency esterne che possono rallentare o rompere i tuoi workflow.

Mandi il dato, Flow va avanti, fine della storia.

Se hai bisogno di logica più complessa, tornano in gioco API, sviluppo di data integration, applicazioni. Insomma, quello che facciamo in ICT Sviluppo | Shopify Plus Partner.

Aggiungo, gli IP sono dinamici: non puoi mettere Flow in whitelist perché i suoi IP cambiano costantemente. Questo può sembrare un problema, ma in realtà ti forza a implementare autenticazione vera (API keys, token, HMAC) invece di affidarti alla security by obscurity degli IP.

È Shopify che ti dice: "Se vuoi integrazioni serie, falle per bene."

E concludo con due cose sul retry. Ha il timeout e retry automatico: dopo che Flow invia la tua richiesta HTTP, aspetta un massimo di 30 secondi per un codice di risposta HTTP. Se non ha ricevuto una risposta dopo 30 secondi, chiude la connessione alla tua app. Successivamente, riprova la richiesta. I retry sono distribuiti, con il ritardo tra ogni tentativo successivo che aumenta rispetto al ritardo precedente.
Vengono riprovati gli errori server (5xx), il timeout di connessione, se il server non risponde entro 30 secondi e i problemi di connettività transitoria. Invece gli errori client (4xx), gli errori di configurazione e di validazione no.
Ogni sezione del workflow ha un limite superiore di esecuzione combinato di 36 ore. Se un passaggio con errori transient non riesce prima di raggiungere quel limite, il workflow fallisce.

Send HTTP Request non è la soluzione a tutto, ma è il pezzo del puzzle che rende possibili soluzioni che prima erano fantascienza per la maggior parte dei merchant.

È Shopify che smette di essere "solo" una piattaforma e-commerce e diventa il sistema nervoso centrale del tuo business digitale.

Io dico "wow, cazzo, lo stavamo aspettando da un sacco". Ma so che non sono stato l'unico a guardare avidamente il changelog .dev di Shopify, negli ultimi 6 mesi, nella speranza che uscisse come aggiornamento silente.

Questa novità delle entità multiple in Shopify è una di quelle cose che cambiano il gioco, soprattutto per chi ha sempre dovuto arrangiarsi con workaround da manuale di sopravvivenza digitale. Shopify ora permette di gestire multiple entità legali attraverso un singolo store, unificando operazioni online e retail, cosa che prima richiedeva la creazione di store separati con tutti i problemi che ne derivavano.
Il punto cruciale è che questa funzionalità supporta sia negozi online che Shopify POS attraverso Shopify Payments, eliminando quel casino di dover gestire account separati per ogni entità legale. Prima, se avevi una società madre in Italia, una filiale in Germania e magari una holding in Lussemburgo, dovevi creare tre store diversi, triplicare le integrazioni, moltiplicare i mal di testa operativi.
Ora invece puoi gestire tutte le tue entità globali da un singolo admin, con reporting unificato, che significa che il team finance finalmente può dormire la notte invece di incrociare fogli Excel fino alle tre del mattino.
Il sistema riconosce automaticamente la posizione del cliente per fornire un'esperienza coerente e, soprattutto, processa le transazioni nella valuta domestica dell'entità, evitando commissioni internazionali e di cambio.
L'architettura è pensata per scalare davvero.

Shopify Payments ora supporta pagamenti in oltre 130 valute e settlement in otto diverse, il che significa che puoi raccogliere soldi ovunque e farli atterrare nei conti bancari locali delle rispettive entità senza passare per il tritacarne delle commissioni internazionali.
La parte più intelligente è che il reporting è consolidato ma permette di attribuire facilmente gli ordini alle entità specifiche.quindi mantieni la separazione contabile richiesta per legge ma gestisci tutto da una console unica. È il tipo di evoluzione che fa la differenza tra perdere tempo a gestire la piattaforma e usarla per fare business.
Questa è roba da Shopify Plus, ovviamente, non è per chi vende magliette fake della Nike dal garage di casa, ma per chi fa sul serio con operazioni internazionali e strutture aziendali complesse.

E' quel tipo di feature che porta il concetto di semplificazione dell'internazionalizzazione - assieme a Shopify Markets, che esiste da un paio di anni - anche nel mondo enterprise, quello che fino ad oggi si è coccolato e sentita al sicuro con Salesforce o con progetti composable: la bella notizia è che potete buttare via tutto e passare a Shopify.

Si può approfondire il tema del multi entity checkout cliccando qui

Shopify Tax è la soluzione nativa di Shopify per gestire la compliance fiscale, lanciata inizialmente per Stati Uniti e poi estesa ad Unione Europea e Regno Unito. È una soluzione tax integrata che include funzionalità esclusive come calcoli automatici, fatture IVA e monitoraggio delle soglie.
Non è una semplice calcolatrice di tasse, ma un sistema che gestisce l'intero ciclo della compliance fiscale.
Il punto forte di Shopify Tax è che rimane aggiornato automaticamente con i cambiamenti normativi, monitora proattivamente le modifiche delle aliquote IVA e delle soglie, eliminando quel lavoro manuale che di solito porta i merchant a dormire male la notte prima delle scadenze fiscali. Le fatture IVA vengono generate automaticamente contenendo gli 11 elementi informativi richiesti dalla normativa, il che significa che non devi più arrangiarti con template Word o app di terze parti che costano quanto un mutuo.
La meccanica è elegante: l'IVA viene automaticamente adeguata in base alle categorie di prodotto, permettendo di scalare su nuove geografie e linee di prodotto senza dover sapere dove certi prodotti sono soggetti o meno a IVA.
Il sistema calcola anche automaticamente l'IVA proporzionale sulla spedizione, che è uno di quei dettagli che fanno la differenza tra essere compliant e ricevere lettere poco amichevoli dall'Agenzia delle Entrate.
Ora, la novità è la validazione delle partite IVA per EU e UK integrata direttamente in Shopify.
Questa non è roba solo per il B2B, ma risolve finalmente anche il problema B2C delle richieste di fattura. Shopify si connette sia a VIES che a HMRC, validando le partite IVA in tutti i paesi dell'Unione Europea e Regno Unito.

Il processo è automatizzato: quando viene inserita una partita IVA per aziende, sedi aziendali o clienti, viene automaticamente verificata la validità.
Il merchant vede lo stato sotto il campo - invalid, valid, o service unavailable. Se il numero è valido, al buyer viene automaticamente applicata l'esenzione reverse charge alle impostazioni , e una nota di reverse charge appare sulle fatture IVA generate da Shopify Tax.

Prima dovevi usare workaround come dire ai clienti di inserire la partita IVA nel campo "Company" al checkout o affidarti ad app di terze parti costose - o sviluppate custom, ora è tutto integrato e funziona senza frizioni.

Risulta ottimo anche per quei casi ibridi dove hai principalmente clienti B2C ma ricevi richieste di fattura aziendale - situazione tipica italiana dove anche il fruttivendolo sotto casa può chiederti fattura per la spesa dell'ufficio.

È il tipo di update che non fa rumore sui blog di marketing ma che fa risparmiare ore di lavoro sporco e riduce il rischio di compliance. Shopify Tax costa zero fino al 2025, poi diventa gratuito per i primi 100.000 € di vendite e si paga una percentuale extra che non può superare in Europa i 5.000 € l'anno di costo (per vendite fino ai 100 milioni all'anni).

La pick list di# Shopify Order Printer è una di quelle funzionalità che non fanno rumore ma che migliorano la vita a chi gestisce un magazzino.
Non è roba per influencer che vendono corsi online, ma per chi spacchetta scatole dalle sei del mattino e deve spedire centinaia di ordini senza sbagliare nemmeno un pezzo.
Shopify Order Printer è l'app gratuita di Shopify per stampare documenti relativi agli ordini come pick list, packing slip, fatture e ricevute, sia singolarmente che in bulk.
Era già presente da tempo, ma con l'update dell'Estate 2025 è stata sistemata interfaccia perchè sia più intuitiva e connperformance migliorate.
L'app gestisce tutto il ciclo documentale del fulfillment, dal picking alla spedizione.

La novità del Summer 2025 è che ora puoi stampare pick list organizzate per prodotto o per ordine, includendo SKU, quantità e immagini dei prodotti per velocizzare il fulfillment. La pick list è un documento di magazzino che elenca gli articoli necessari per evadere gli ordini dei clienti.

Oggi Order Printer permette di configurare le pick list con dettagli come ID ordine, nome prodotto, variante, SKU, quantità, stato di fulfillment, immagini prodotto e altro, fornendo al team di fulfillment le informazioni necessarie per localizzare e prelevare gli articoli velocemente e con precisione.

Puoi stampare pick list per più ordini direttamente dalla pagina Orders o dall'app Order Printer, creare template allineati ai tuoi workflow di fulfillment (pick-by-order, pick-by-product), specificare quali campi prodotto e ordine visualizzare, e ordinarli per nome prodotto, SKU, ID ordine e altro.

L'aspetto pratico è che puoi configurare le pick list con un editor template facile da usare, mentre personalizzare completamente i documenti customer-facing come packing slip e fatture con HTML, CSS e Liquid. Due approcci diversi per due necessità diverse: semplicità per le operazioni interne, flessibilità totale per quello che vede il cliente.

Per chi gestisce volumi alti, la possibilità di ordinare gli item per SKU o per posizione in magazzino può significare tagliare i tempi di picking del 30-40%. Non è marketing, è fisica: meno metri da percorrere in magazzino, meno tempo sprecato, meno errori umani.
Shopify Order Printer rimane gratuita, che considerando il prezzo delle alternative sul mercato è un regalo.

Postilla: ci sono app dallo store o possiamo svilupparne anche di private. Parliamoci chiaro: nelle aziende strutturate, questa cosa viene demandata al #WMS, insomma, roba da gestionale e programmi affini, che si occupano della gestione completa dell'ordine e del magazzino.
Ma non sempre...c'è un mondo che il WMS non ce l'ha e ha bisogno di gestire grandi quantità di ordini.

Se vuoi approfondire, trovi tutte le info su Shopify Order Printer e la Pick list qui.

Shopify ha appena rilasciato una feature che cambierà il modo in cui gestisci i trasferimenti di inventario, e ti garantisco che la maggior parte dei merchant non ha ancora capito la portata di quello che è successo.

Il Multi-shipment Transfer Tracking permette di tracciare ogni singolo shipment che compone un trasferimento complesso. Prima quando creavi un trasferimento da warehouse a store, avevi un unico numero di tracking per l'intera operazione. Se dovevi spostare merce a tre location diverse, era un casino totale: un tracking per tutto, zero visibilità sui singoli movimenti.

Ora invece ogni shipment ha la sua identità. Stai trasferendo mille unità a Milano, Roma e Torino? Ottieni tre tracking number distinti, ognuno con il suo stato, le sue tempistiche, la sua cronologia. Non è più un blob di merce che si muove nel vuoto, sono tre operazioni precise che puoi monitorare individualmente.

La differenza operativa è brutale. Prima dovevi fare le supposizioni: "Probabilmente la merce per Milano arriverà giovedì, quella per Roma forse venerdì". Adesso sai con precisione matematica che Milano riceverà le sue quattrocento unità giovedì alle 14:30, Roma le sue trecentocinquanta venerdì mattina, e Torino le sue duecentocinquanta venerdì pomeriggio.

Ma la vera genialata è nell'interfaccia. Shopify ha creato una pagina trasferimenti potenziata dove vedi tutto in un colpo d'occhio. Filtri per stato di spedizione, cerchi per codice tracking, ordini per data di arrivo prevista. È come avere una control room per i tuoi flussi di inventario.

E qui arriva il pezzo forte: la sincronizzazione automatica con l'inventory management. Quando ogni shipment viene consegnato, il sistema aggiorna automaticamente lo stock della location specifica. Non devi più fare check manuali o aspettare che qualcuno confermi la ricezione. Il tracking dice "consegnato", il sistema aggiorna l'inventario, fine della storia.

Per i business con multiple location questo è un game changer assoluto. Puoi pianificare le campagne marketing sapendo esattamente quando avrai stock disponibile in ogni store. Puoi gestire le pre-vendite con una precisione chirurgica. Puoi ottimizzare le rotazioni di stock perché hai visibilità totale sui tempi di transito.

Ma c'è di più. La feature si integra completamente con il sistema di notifiche di Shopify. Ritardi, problemi di consegna, cambi di stato: ricevi alert specifici per ogni shipment. Non è più "c'è un problema con il trasferimento", è "il shipment per lo store di Roma ha un ritardo di 24 ore".

Questa è la differenza tra gestire un business a caso e gestirlo come un professionista. Perché quando hai questo livello di controllo granulare sui tuoi flussi, puoi fare scelte basate su dati reali invece che su speranze.

Puoi approfondire sul sito di Shopify facendo click qui.

Non c'è molto da dire sulle statistiche ed analisi che ti fornisce Shopify out of the box (soprattutto nelle versioni più strutturate, Shopify Advanced e Shopify Plus): come si vede da questo video, sono decine e decine i grafici che poi richiamare nella tua dashboard, per personalizzare la vista con i dati che ti servono.

Shopify ha trasformato radicalmente il modo in cui analizzi il tuo business.

E la maggior parte dei merchant non ha ancora capito cosa gli hanno tra le mani.

La nuova Unified Dashboard non è l'ennesimo pannello carino da guardare. È un sistema che integra tutte le tue fonti di dati in un'unica vista operativa. Prima dovevi saltare tra ordini, clienti, inventario, marketing per capire cosa stava succedendo nel tuo store. Adesso tutto converge in un punto unico dove puoi vedere correlazioni che prima erano invisibili.

I report personalizzabili sono un plus per chi abbandona le vecchie piattaforme: Shopify ha capito che ogni business ha KPI diversi e ha smesso di imporre le loro metriche standard. Ora puoi costruire dashboard su misura per il tuo modello di business specifico. Vendi subscription? Crei report focalizzati sui rinnovi e sul churn. Hai un business stagionale? Costruisci analytics che seguono i tuoi cicli naturali.

E poi c'è l'analisi RFM integrata nativamente. Per anni abbiamo dovuto affidarci ad app esterne per capire chi sono i nostri clienti migliori basandoci su Recency, Frequency e Monetary value. Shopify fa tutto in automatico, segmenta i tuoi clienti in Champions, Loyal, At Risk, e ti dice esattamente come trattare ogni gruppo.

Tra le parti più interessanti delle analitiche di Shopify spicca la #PredictiveAnalytics. Shopify usa machine learning sui tuoi dati storici per prevedere trend futuri, identificare clienti a rischio churn, suggerire quando riordinare inventory. Non è fantascienza, è business intelligence che funziona davvero perché si basa sui tuoi pattern specifici.

La novità dell'Edition Summer 25 sono i nuovi Customer Reports e Benchmarks Reports sono la ciliegina sulla torta. Finalmente puoi confrontare le performance del tuo store con standard di settore reali, non con supposizioni o dati generici. Sapere che il tuo AOV è il 15% sopra la media del tuo vertical cambia completamente come pianifichi la strategia.

Se gestisci il tuo store a intuito e vai avanti così da anni, probabilmente continuerai a farlo: a se vuoi gestire un business basato sui dati, questi strumenti cambiano tutto. Perché quando hai questa granularità di insight, non stai più indovinando le mosse successive, le stai calcolando.

Il problema è che la maggior parte dei merchant userà questi strumenti come ha sempre usato i report di Shopify: li guarderà una volta al mese per vedere se i numeri sono andati su o giù.

Ma questi analytics sono progettati per decisioni operative quotidiane, non per check sporadici.

I nuovi Customer Accounts di #Shopify non sono una novità della Edition Summer 2025, ma quello che è successo con Markets integration cambia tutto per i business seri. E la maggior parte dei merchant sta ancora usando i Classic Customer Accounts senza capire quanto sia antiquata quella tecnologia.
I nuovi Customer Accounts sono una rivoluzione architettonica completa: on sono pagine Liquid modificabili come i vecchi, sono un sistema headless con API dedicate che si comporta come una moderna web app.
Login con codice via email, interfaccia responsive nativa, supporto completo per B2B e Markets.
Con i Classic sei bloccato nelle limitazioni che avevi anche nel 2010: personalizzazioni solo via Liquid template, nessun supporto B2B nativo, zero integrazione con Markets, esperienza mobile che fa pietà. Ogni volta che vuoi aggiungere funzionalità devi patchare con app esterne che creano dipendenze e rallentano tutto.
I nuovi Customer Accounts invece sono estensibili tramite Customer Account Extensions. Vuoi aggiungere funzionalità di invoicing, bulk ordering, quote management? Lo fai tramite API moderne senza toccare una riga di Liquid. L'ecosistema di app sta già sviluppando estensioni specifiche che trasformano l'account in un vero portale B2B.
Ma il colpo di genio della Edition Summer '25 è Markets integration: ora quando un cliente tedesco naviga dal tuo store tedesco al suo account, rimane nel market tedesco con prezzi in euro e contenuti localizzati. Prima l'account si caricava sempre nel market primario e il cliente perdeva tutto il context. Per i business B2B è ancora più critico: il buyer mantiene company location, cataloghi specifici, payment terms corretti.
Questa persistenza di context risolve uno dei problemi più fastidiosi dell'ecommerce internazionale: ogni volta che perdevi il market context perdevi conversioni. Adesso tutto è fluido, tutto è coerente, il cliente non si accorge nemmeno che sta navigando tra sistemi diversi.
I nuovi Customer Accounts supportano nativamente multiple B2B markets. Puoi creare market B2B separati con cataloghi, valute e storefront personalizzati. Un buyer può selezionare per quale company location sta comprando e tutto il sistema si adatta automaticamente. Roba che con i Classic era impossibile.
E abbiamo anche il self-serve B2B: i buyer possono gestire ordini, fatture, pagamenti, informazioni account senza dipendere dai sales rep. Per i business questo significa sales team liberi di concentrarsi su conversazioni strategiche invece di fare data entry.
I nuovi Customer Accounts non sono un upgrade, sono un cambio di paradigma. E con Markets integration, sono diventati indispensabili per qualsiasi business che venda oltre i confini del proprio paese.
Ogni giorno che rimandate la migrazione è un giorno che i vostri competitor più smart vi stanno staccando. Perché nell'ecommerce moderno, l'esperienza senza attriti non è optional.

Puoi approfondire la questione degli account direttamente sul sito di Shopify cliccando qui.

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Alcune informazioni sull'autore

Giovanni Fracasso

Giovanni Fracasso

COO e CMO @ICT Sviluppo