Immaginate di essere persi in una foresta gallese, sotto una pioggia battente, con una mappa sgualcita in mano. La nebbia avvolge gli alberi, i sentieri si intrecciano, e ogni passo sembra portarvi più lontano da casa. Poi, un abitante del posto vi porge una parola - Cynefin - e vi spiega che non è solo “habitat” o “luogo”, ma qualcosa di più profondo: il groviglio di esperienze, storie e connessioni che dà senso al vostro cammino.
Ora, quella mappa non è più un foglio confuso: è una guida per orientarvi nel caos. Questo è ciò che la matrice Cynefin promette al tuo e-commerce: una bussola per navigare la complessità del tuo negozio online, trasformando il disordine in opportunità senza smarrirti nei labirinti della tecnologia o delle scelte sbagliate.
Oggi vi porterò prima nella storia della matrice Cynefin - un racconto che inizia alla fine degli anni ’90 con un gallese visionario, Dave Snowden, e si dipana tra IBM, complessità sociale e un’intuizione rivoluzionaria. È una storia personale e teorica, che intreccia filosofia, scienza e un pizzico di ribellione contro le soluzioni preconfezionate.
Poi, andremo a vedere come questa mappa può illuminare il tuo e-commerce, con spunti pratici per gestire tutto, dalla scelta di una piattaforma alle strategie di crescita, senza perderti nel caos o soffocare sotto sovrastrutture inutili. Preparatevi a un viaggio lungo ma affascinante: perché la complessità non è un nemico da abbattere, ma un alleato da capire.
Parte I: la storia e la teoria della matrice Cynefin
Le origini: un gallese contro il dogma
Era il 1999, e Dave Snowden, un consulente gallese di IBM, si trovava in una sala riunioni piena di grafici e acronimi.
Lavorava sulla gestione del capitale intellettuale - un tema caldo nell’era della knowledge economy - ma qualcosa lo disturbava.
Le teorie dominanti, come il modello SECI di Nonaka e Takeuchi, spingevano per trasformare la conoscenza tacita (quella che sai ma non sai spiegare) in conoscenza esplicita (scritta, codificata). Snowden non ci stava. “È troppo rigido,” pensava, “il mondo non funziona così.”
Lui, cresciuto tra le colline del Galles, sapeva che la vita reale è un intreccio di esperienze, non una linea retta da manuale. Fu allora che incontrò il lavoro di Max Boisot, un economista che con il suo I-Space (1998) parlava di astrazione e codificazione della conoscenza.
Snowden prese quell’idea e la rielaborò, aggiungendo un pizzico di complessità - non quella delle equazioni, ma quella dei sistemi vivi, come una foresta o una città.
Nacque così il primo schizzo di Cynefin, scarabocchiato sul retro di un tovagliolo: una croce con quattro quadranti - semplice, complicato, complesso, caotico - e un centro di confusione. “Cynefin,” in gallese, significa “il luogo dei tuoi molteplici appartenenti” - non solo dove vivi, ma ciò che ti definisce. Snowden scelse quel nome perché voleva un framework che non categorizzasse e basta, ma che aiutasse a fare senso del mondo, un po’ come orientarsi in un bosco con una storia da raccontare.
L’evoluzione: da IBM al mondo
Nei primi anni 2000, mentre lavorava all’IBM Institute of Knowledge Management, Snowden affinò il modello.
Pubblicò Complex Acts of Knowing (2002), un articolo che divenne un pilastro della gestione della conoscenza, e collaborò con Cynthia Kurtz per integrare dinamiche sociali e narrative.
Nel 2007, insieme a Mary Boone, portò Cynefin al grande pubblico con "A Leader’s Framework for Decision Making" su Harvard Business Review - un pezzo che vinse premi e fece conoscere il framework a leader di ogni settore. Da allora, Cynefin è stato usato ovunque: dalla strategia aziendale alla contro-terrorismo, dalla sanità alla gestione delle crisi.
Ma come è fatto, esattamente, questo modello?
I Cinque Domini: una mappa viva
Cynefin divide il mondo in cinque domini, ognuno con una relazione diversa tra causa ed effetto:
- Semplice (o Chiaro): Qui, causa ed effetto sono ovvi. Se premi un interruttore, la luce si accende. È il regno delle “best practice” - esperienza, categorizzazione, risposte. Tutto è prevedibile, stabile, conosciuto.
- Complicato: Causa ed effetto ci sono, ma serve un esperto per capirli. Costruire un motore è complicato: devi analizzare, progettare, agire. È il mondo delle “good practice”.
- Complesso: Qui, causa ed effetto emergono solo col senno di poi. È come allevare un figlio: provi, osservi, aggiusti - probe, sense, respond. Non puoi prevedere tutto, ma puoi sperimentare.
- Caotico: Nessun legame chiaro tra causa ed effetto. Un incendio scoppia: agisci subito per stabilizzare, poi capisci. È act, sense, respond - l’urgenza domina.
- Disordine: Il centro oscuro, dove non sai in quale dominio sei. Devi raccogliere dati e dividerli per uscirne.
Snowden prese ispirazione dalla teoria dei sistemi complessi - pensate a Niklas Luhmann, che vedeva la società come un intreccio di sistemi adattivi, o a Edgar Morin, che parlava di complessità organizzata.
Ma Cynefin non è solo teoria: è pratico.
Non ti dice cosa fare, ma come pensare a seconda di dove ti trovi.
E questo lo rende perfetto per un e-commerce, dove il terreno cambia ogni giorno.
Parte II: Cynefin nel tuo e-commerce
Perché l’e-commerce è complesso
Un negozio online non è una linea di produzione.
È un ecosistema: clienti che cambiano idea, algoritmi di Google che si aggiornano, corrieri che perdono pacchi, competitor che abbassano i prezzi. Questa è complessità - non puoi controllarla tutta, ma puoi navigarla.
Pensate a un piccolo merchant che vende marmellate fatte in casa: deve gestire il sito, le scorte, la visibilità - semplice, no?
Ma poi arrivano ordini dall’estero, e la complessità cresce.
O a un retailer globale di moda, con migliaia di prodotti e magazzini in cinque continenti: un caos che può diventare caotico se un fornitore fallisce.
Cynefin ti aiuta a capire dove sei e come muoverti, senza soffocare questa vitalità con soluzioni rigide.
Applicare Cynefin: spunti pratici
Ecco come usare i cinque domini per il tuo e-commerce, con esempi per piccoli, medi e grandi merchant.
1. Semplice: le operazioni di routine
Nel dominio semplice, gestisci ciò che è prevedibile.
Esempio: Un piccolo negozio di saponi artigianali riceve ordini locali. Il processo è chiaro: il cliente compra, paghi con carta, spedisci con Poste Italiane.
Spunto: Usa Shopify base - il carrello e il checkout sono già pronti. Non serve un sistema custom: sensi (un ordine arriva), categorizzi (pagamento ok), rispondi (spedisci). Risparmi tempo e denaro.
Pericolo: Se resti qui troppo a lungo, rischi di non crescere. Non tutto è semplice per sempre.
2. Complicato: quando serve un esperto
Qui, la soluzione non è ovvia, ma analizzabile.
Esempio: Un retailer di elettronica vuole un sito più veloce. Il tema attuale carica in 5 secondi - troppo.
Spunto: Sensi (misuri i tempi), analizzi (immagini pesanti), rispondi (usi un tema leggero come Booster su Shopify). Non serve un’architettura headless - un esperto risolve con “good practice”.
Pericolo: Non confondere con il complesso - un’analisi eccessiva può paralizzarti.
3. Complesso: sperimentare per crescere
La complessità è il cuore dell’e-commerce: devi provare e imparare.
Esempio: Un negozio middle market di accessori tech vuole vendere su TikTok. Non sa se funzionerà.
Spunto: Prova (usa un’app come Channelize per integrare Shopify), osserva (quanti clic?), rispondi (aumenti il budget o cambi strategia). Nel mio libro "Il Business della Complessità", parlo di un retailer che iterò così per entrare in Europa - la flessibilità è tutto.
Pericolo: Non imporre un piano rigido - lascia emergere i pattern.
4. Caotico: reagire alle crisi
Quando tutto crolla, agisci subito.
Esempio: Un grande brand di moda subisce un crash del sito durante il Black Friday - ordini persi, clienti furiosi.
Spunto: Agisci (passa a un server temporaneo), osserva (il traffico torna?), rispondi (ripristini il sistema). Poi analizzi per evitare il bis.
Pericolo: Non agire è fatale - la velocità conta più della perfezione.
5. Disordine: capire dove sei
Quando sei confuso, dividere è la chiave.
Esempio: Un piccolo merchant riceve ordini, ma le scorte non tornano. È un problema tecnico o logistico?
Spunto: Raccogli dati (controlli il gestionale, parli col corriere), assegni i pezzi ai domini - il sito è semplice (bug da fixare), le spedizioni complesse (sperimenta un nuovo corriere). Esci dal disordine passo passo.
Pericolo: Restare fermi ti blocca - muoviti, anche solo per capire.
Cynefin in azione: tre livelli di e-commerce
Piccolo: Un artigiano lancia il sito con Shopify (semplice), testa Google Ads (complesso), risolve un ritardo di spedizione (caotico). Cynefin lo guida livello per livello.
Medio: Un negozio di elettronica ottimizza il sito (complicato), sperimenta Amazon (complesso), esce da un disordine di scorte con analisi. La mappa lo tiene in rotta.
Grande: Un brand globale usa AI per suggerimenti (complesso), reagisce a un cyberattacco (caotico), standardizza i resi (semplice). Cynefin orchestra il tutto.
Conclusione: la tua mappa personale
La matrice Cynefin non è una formula magica - è una storia che ti aiuta a orientarti.
Dave Snowden l’ha pensata come un modo per “fare senso” del mondo, e per il tuo e-commerce è una guida preziosa. Non ti dice di semplificare tutto fino a renderlo piatto, né di accettare ogni complicazione che un’agenzia ti propone.
Ti invita a guardare la complessità del tuo negozio online - clienti, mercati, tecnologia - e a darle forma: un sentiero chiaro nel bosco, anche quando la nebbia è fitta.
Che tu venda marmellate o gestisca un impero globale, Cynefin ti ricorda che non sei perso - sei solo in un luogo da esplorare.
Prendi la mappa, e inizia a camminare.
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Alcune informazioni sull'autore

Giovanni Fracasso
COO e CMO @ICT Sviluppo