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  1. Digital

L' inbound marketing non serve alla mia azienda: 12 idee sbagliate

13 gennaio 2017

| Paola Natarelli |
9 minuti per leggere
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Come ogni attività, anche l’inbound marketing ha i suoi promotori e i suoi detrattori.

Ci capita di leggere alcune commenti critici o di dover rispondere ad alcune obiezioni da parte di aziende interessate a capire come aumentare i clienti utilizzando il web adottando la metodologia inbound.
Più che critiche alla metodologia in generale, le obiezioni sollevate, riguardano alcuni elementi specifici dell’inbound marketing nelle diverse fasi in cui essa si sviluppa - attrazione, connessione, conversione e delizia –, nei diversi strumenti che utilizza o sul come vengono utilizzati o con che fine.


Quali sono le principali idee sbagliate sull’Inbound Marketing?

Prima idea sbagliata sull'inbound marketing:

1. L’Inbound Marketing è una moda passeggera

Se stai pensando che l’Inbound Marketing sia qualcosa di popolare ora ma che sparirà a breve, sostituito da un altro trend di marketing… non è così.

Innanzi tutto perché l’inbound marketing non è una singola tattica, è una metodologia che unisce e si pone alla base di una serie di tattiche. Anche se una delle sue tattiche si dimostra nel tempo meno efficace, la metodologia alla base rimane intatta. Il mondo del web cambia molto velocemente. L’inbound marketing si evolve col tempo, non va fuori moda.

Seconda idea sbagliata sull'inbound marketing:

2. Faccio già content marketing e SEO, l'inbound marketing non serve

Fare content marketing significa creare e distribuire contenuto di qualità per un pubblico definito. Perciò il content marketing è parte integrale di ogni stadio dell’inbound marketing.

Ma il content marketing è solo un fattore dell’equazione dell'inbound marketing. SEO ne è un altro. Facendo SEO fai in modo che sia più facile per le persone trovare il tuo sito e i tuoi contenuti ed è un’attività molto importante nella fase di attrazione.

L’Inbound Marketing ha un approccio olistico che combina differenti discipline del marketing, tra le quali il content marketing e le attività di SEO ma non solo. Ci sono anche i social media e la marketing automation e la lead nurturing.... Se già fai content marketing e SEO allora l'inboud marketing ti sarà ancora più utile.

Terza idea sbagliata sull'inbound marketing:

3. Nessuno leggerà il contenuto che pubblico

Se non l’hai mai fatto, la creazione di contenuto e la conseguente pubblicazione costante, può intimorire. Tanto da farti dubitare se il gioco vale la candela. “Perché dovrei perdere tempo e risorse per scrivere sul blog? Tanto nessuno lo leggerà.”

Il punto è questo: se crei contenuto interessante, mirato ad un pubblico specifico e ottimizzato per i motori di ricerca, sarai in grado di attirare lettori. E se sei attivo su Facebook, Twitter, Linkedin e gli altri social network e fai crescere il pubblico su questi canali, avrai ancora più opportunità di interagire con ciò che crei.

Ciò che conta davvero è che non vuoi che chiunque consumi il tuo contenuto, ma che lo facciano le persone giuste. Quelle che molto probabilmente si trasformeranno in lead e clienti.

Quarta idea sbagliata sull'inbound marketing:

4. Pubblicare sul blog è una perdita di tempo e non porta clienti

In realtà, più si pubblica sul blog, più clienti generi.

Il 43% di chi pubblica sul blog ha generato almeno un cliente dal blog. Di chi scrive sul blog mensilmente, almeno un articolo al mese, il 57% ha ottenuto clienti dal blog, mentre l’82% di chi pubblica un articolo ogni giorno ha generato clienti dal blog. (Fonte: rapporto State of Inbound)

Quinta idea sbagliata sull'inbound marketing:

5. La SEO è una truffa. Non mi può aiutare ad attirare le giuste persone sul mio sito

Si parla molto di SEO, nel bene e nel male. Se alcuni sotterfugi usati in passato per ottenere posizionamento hanno contribuito all’immagine negativa delle pratiche di seo, più di recente si è riportata l’attenzione dai motori di ricerca alle abitudini degli utenti. L’obiettivo non è imbrogliare un bot per ottenere una ranking migliore, ma essere allettante per le persone che fanno realmente la ricerca.

La ricerca organica è lo strumento che genera i lead migliori, quelli che convertono. Saper ottimizzare le pagine del sito e gli articoli del blog per i motori di ricerca, serve.

Approfondimento: in questo articolo diamo alcuni consigli su come ottimizzare SEO gli articoli del blog

Sensa idea sbagliata sull'inbound marketing:

6. Non mi servono le landing page, ho già una pagina col form sul sito

Alcuni obiettano che creare landing page uniche sia una perdita di tempo. Niente di più sbagliato.

Ogni Landing Page deve essere unica ovvero deve avere un distinto URL per ognuno dei contenuti proposti, ebook, webinar, demo o qualunque altra offerta. Senza una landing page è molto più difficile convertire i visitatori del sito in lead. Se persone diverse atterrano su una pagina per argomenti diversi, sarà difficile presentare in modo efficace le proposte e convincere il visitatore a compilare il form. Testi generici non convertono. Devi fare in modo che l'utente che atterra sulla tua landing page compia una ed una sola azione: compilare il form per accedere al contenuto.

Approfondimento: la landing page nel processo di conversione e migliori prassi.

Settima idea sbagliata sull'inbound marketing:

7. Non serve un software specifico per convertire i visitatori in contatti

Avere un blog, inserire le CTA e pubblicare landing page con un form… puoi utilizzare diversi programmi per fare queste attività, non serve una piattaforma integrata come HubSpot Marketing. Ma fare inbound marketing diventa più complesso e meno efficace.

Il vantaggio di una piattaforma per l’inbound marketing è proprio nell’integrazione tra le varie funzioni. Tutti gli strumenti sono in un unico programma e l’interazione tra le singole parti è più facile da gestire.

Inoltre con un software per fare inbound marketing non ci si limita a gestire la fase di conversione Top of the Funnel, quella dei visitatori in lead, ma serve, soprattutto, a gestire le attività di lead nurturing e di conversione dei contatti in clienti.

Approfondimento: Perché non usare HubSpot per fare inboung marketing

Ottava idea sbagliata sull'inbound marketing:

8. L’email è morta. O sta morendo. O è molto malata.

Si dice da parecchio che l’email marketing non serve a molto, che tutti ricevono troppe email e nessune le legge o le cancella senza aprirle. In realtà la mail è ancora uno dei mezzi di comunicazione di marketing più popolare ed efficace. L’importante è saper come sfruttare al meglio questo strumento per ottenere più click. Perché è vero che si ricevono tante email. Ma gli utenti scelgono di riceverle: bisogna sfruttare al meglio il consenso ottenuto.

Approfondimento: 10 consigli per aumentare i click nelle tue email newsletter

Nona idea sbagliata sull'inbound marketing:

9. La marketing automation è troppo complicata

Fare marketing automation non è facile, certo, ma nemmeno impossibile. L’efficacia delle attività di marketing automation dipende molto dallo strumento che si utilizza e dalla complessità o meno di utilizzo o dalla presenza di funzioni più idonee alle attività che possono essere più utili per la tua azienda. Ad esempio, se è molto importante mostrare contenuti/prodotti diversi agli utenti in base ai dati di navigazione, ti servirà un software che permetta una gestione dei contenuti dinamici più evoluta rispetto ad altri software che magari sono ottimizzati per l'email marketing.

Le piattaforme di marketing automation di ultima generazione sono molto versatili e permettono di costruire facilmente campagne di alimentazioni dei contatti basate sui buyer persona e con obiettivi specifici.

Decima idea sbagliata sull'inbound marketing:

10. La marketing automation serve solo per le email

È effettivamente molto facile ricondurre la marketing automation alle email, poiché buona parte dei flussi automatizzati prevede l’invio di email. Ma la marketing automation utilizza anche altri strumenti oltre le email e permette di realizzare altre attività con altre finalità.

Si possono automatizzare gli invii di notifiche interne all’azienda, di assegnazione di compiti specifici e in più personalizzare i contenuti delle pagine del sito per mostrare contenuti diversi ad utenti diversi.

Si possono utilizzare software di marketing automation anche per i canali social, per monitorare liste di contatti.

Approfondimento: 5 idee sbagliate sulla marketing automation.

Undicesima idea sbagliata sull'inbound marketing:

11. È impossibile sapere quando i lead sono pronti a diventare clienti

Capire chi è pronto all’acquisto e quando, richiede molta attenzione ai dettagli, ma può essere fatto.

Ad esempio, se hai modo di sapere che un visitatore del tuo sito ha scaricato una settimana fa una tua guida prodotto (e compilando il form è diventato un tuo lead), che dopo due giorni è ritornato sul tuo sito per consultare la tua pagina con i prezzi e che un giorno fa ha letto un’email che gli hai inviato, puoi essere quasi certo che quel contatto acquisterà a breve. E tu vuoi che si rivolga alla tua azienda...

Perché queste informazioni siano utili, serve uno strumento in grado di raccoglierle dal sito, dal client delle mail, associarle ai contatti in database e presentarle in un’unica schermata e permetterti di impostare notifiche in tempo reale per delle azioni specifiche che vuoi monitorare.

Fantascienza? No, ed è gratis.

Dodicesima idea sbagliata sull'inbound marketing:

12. Deliziare i clienti è una perdita di denaro

Acquisire un nuovo cliente costa 7 volte di più che mantenere un cliente esistente. A parte il vantaggio economico, c’è un’altra ragione per cui dovresti investire denaro per deliziare i clienti: un cliente felice è il tuo miglior promotore. Migliore l’esperienza di un cliente con la tua azienda, in tutte le interazioni, più facilmente resterà in contatto con la tua azienda e la consiglierà ad altri.

Per questo il metodo Inbound Marketing tiene in considerazione e si conclude anche le attività rivolte a deliziare i clienti.

C'è infine una tredicesima idea sbaglia sull'inbound markertng:

13. Posso fare inbound marketing senza usare HubSpot

Il risultato è scritto:

e cosi ti avevano detto 7.jpg

...e le conseguenze pure:

e cosi ti avevano detto 10.png

Ok, ok... un po' ci stiamo giocando. Ma tu, ne sei davvero sicuro?

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Alcune informazioni sull'autore

Paola Natarelli

Paola Natarelli

Senior Inbound Marketing Specialist | HubSpot Expert
Mi occupo dello sviluppo dei progetti di inbound marketing & sales affiancando i clienti nella fase di pianificazione, realizzazione e analisi delle campagne e ad istruirli nell'utilizzo della piattaforma HubSpot Marketing & Sales.
Background formativo eclettico, dal diploma di Liceo Linguistico, alla Laurea in Relazioni economiche internazionali, ai corsi di informatica, di scrittura creativa e di inbound marketing. "Smanettona" di inclinazione, ho sempre lavorato in aziende legate all'informatica e alla tecnologia, sia nel commerciale che nel marketing. Usare HubSpot è per me una sfida dal punto di vista tecnologico e metodologico: un'incredibile opportunità di affrontare e partecipare attivamente alla digital transformation.
Quando non studio per le certificazioni della HubSpot Academy, mi dedico allo studio della lingua giapponese, perché quella per il Giappone è una vera e propria ossessione che non sembra voler passare. よろしく!