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  1. Digital

Legge sulla privacy e tutela dei dati personali di terzi sul web.

20 maggio 2016

| Giovanni Fracasso |
5 minuti per leggere
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Legge sulla privacy e tutela dei dati personali di terzi sul web. 

Ne parla l''avvocato Marco Bernabé, che potrete ascoltare live durante il webinar gratuito venerdì17 giugno alle ore 16 "Web e privacy: la tua azienda in internet tra cookie, social, immagini e contenuti".

Cosa vuol dire tutelare i dati personali di terzi su internet?
Qual è la ragione che sta alla base della famosa legge sulla privacy?
Quali sono gli adempimenti necessari per rispettare la normativa?
Quali i limiti?

Queste sono le domande che, oggigiorno, si sentono sempre più spesso pronunciare e a cui tutti cercano una risposta.

D'altro canto, non v’è dubbio sul fatto che la protezione dei dati personali (tra i quali vanno ricompresi anche gli indirizzi e-mail), soprattutto nell’era del web e della comunicazione elettronica e digitale, sia diventata una priorità assoluta, da cui non si può più prescindere.

La velocità con cui gli stessi circolano nella rete e, d’altro canto, la facilità con cui gli stessi possono essere reperiti, richiedono la massima cautela e, per altro verso, appaiono tali da giustificare senz'altro la dettagliata e rigida normativa prevista in materia dal legislatore (la legge Privacy, appunto).

Peraltro, dal punto di vista strettamente economico è inutile constatare come il “dato personale”, al giorno d’oggi, abbia assunto un valore che una volta non era nemmeno immaginabile. Il dato personale è senza dubbio vero valore per l'impresa, probabilmente il più importante.

La raccolta e lo studio dei dati e degli interessi particolari dei potenziali utenti-clienti costituisce infatti la chiave di volta per indirizzare il prodotto e l’attività di marketing in modo mirato e funzionale all’incremento delle vendite (i cookie, tra gli altri, servono proprio a questo).

Il mercato è cambiato e anche le strategie di marketing sono cambiate.

L’obiettivo non è più (o, meglio, non è più solo) quello di piazzare sul mercato il prodotto e di vendere il più elevato numero possibile di beni attraverso l’ausilio di attività promozionali e di persuasione all’acquisto, secondo la tradizionale attività di marketing e pubblicità cui siamo sempre stati abituati: l’economia fondata sulla produzione e la vendita di massa è già da parecchio tempo entrata in crisi. Il mercato, nel tempo, si è sempre più saturato e l’evoluzione tecnologica, correlata agli inevitabili cambiamenti sociali, ha fatto il resto.

Oggi, sempre più, si tende a produrre e offrire (sia in termini di beni, sia di servizi) ciò che realmente si può vendere, in funzione delle specifiche esigenze del cliente e dei suoi sempre più mutevoli bisogni e/o interessi.

Di qui, è facile capire come l’accesso a un gran volume di informazioni dettagliate sui potenziali consumatori sia diventato, per chi produce e per chi distribuisce, un fattore critico di successo, determinando l’esigenza, dal lato dell’offerta, di disporre di opportuni database strutturati1, dunque di raccogliere quanti più dati possibili che siano in grado di caratterizzare dettagliatamente il potenziale cliente e, pertanto, proporre un prodotto “cucito su misura”.

Tuttavia, è assolutamente evidente che l’evoluzione dell’attività di marketing nel modo accennato pone necessariamente il problema di risolvere una questione di equilibrio tra il diritto dell’impresa alla libertà di iniziativa economica e il diritto dei consumatori alla riservatezza delle informazioni che descrivono la loro sfera personale.

Ma in fin dei conti, a guardare bene il fenomeno, tale problema è facilmente risolvibile proprio sulla base di un ragionamento pressoché ovvio e cioè che, in linea di principio, è interesse di chi raccoglie i dati garantire un alto standard di tutela di trattamento al titolare degli stessi.

Infatti, se è vero, come è vero, che l’interessato a raccogliere i dati è colui che offre il servizio sulla rete (impresa), è altrettanto vero che il cliente prima di determinarsi all'acquisto dovrà essere posto nelle reali condizioni di potersi fidare di lui; condizione che potrà essere soddisfatta solo qualora, tra l’altro, e soprattutto, il cliente stesso saprà che non corre alcun rischio sull'uso improprio dei suoi dati2.

FIDUCIA è la parola chiave, è un elemento fondamentale per il successo nella nuova società dell’informazione, della rete, di internet. Questo è indubbio3.

Ecco, dunque, il perchè dell'importanza di implementare e predisporre un corretto sistema di gestione, cura e controllo dei dati personali secondo quanto previsto, per ciò che interessa il nostro ordinamento, dal D.Lgs. n. 196 del 2003 in materia di privacy.

Non, dunque, meramente un obbligo, ma una vera e propria opportunità per attrarre l’attenzione e la fiducia dei potenziali clienti.

In questo senso, anche al fine di evitare pesanti sanzioni, i dati personali oggetto del trattamento dovranno essere custoditi in modo da ridurre al minimo i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, nonché di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito e non conforme alle finalità di raccolta; e a tale scopo dovranno essere predisposte tutte le idonee misure di sicurezza in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, alla natura dei dati ed alle specifiche caratteristiche del trattamento4.

Molte sono le sfaccettature con cui si manifesta il potenziale uso illecito dei dati personali altrui e di ciò parleremo insieme.

Per ora basti ricordare questo: la tutela dei dati personali, oggi, nell'era della comunicazione elettronica e digitale, non è semplicemente un obbligo di legge, ma una vera e propria opportunità di successo e business, asset determinante le sorti di qualsiasi impresa che intenda affacciarsi al mercato (a maggior ragione quello elettronico).

Note

1 In questo senso a cura di L. Bolognini, D. Fulco, P. Paganini, “Next Privacy”, RCS Libri s.p.a., 2010, pag. 144.

2 In questo senso GUARDA P., “Agenti software e sicurezza informatica”, in PASCUZZI G., “Diritto e tecnologie evolute del commercio elettronico”, Padova, Cedam. 2004.

3Tra l’altro, come indicato anche in PASCUZZI G., “Il diritto dell’era digitale”, Il Mulino, Bologna, 2010, nel rapporto denominato “Options for Promoting Privacy on the National Information Infrastructure” della National Information Infrastructure Task Force – Information Policy Committee, datato aprile 1997, si legge testualmente che “i consumatori vogliono controllare quali dati personali che li riguardano vengono diffusi, a chi, e come quelle informazioni saranno usate. Di conseguenza, il commercio elettronico fiorirà solo se sapremo concordare e applicare pratiche leali di trattamento dei dati nella società dell’informazione”.

4Vedi in questo senso l'articolo 33 del Codice privacy e il relativo Allegato B.

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Alcune informazioni sull'autore

Giovanni Fracasso

Giovanni Fracasso

COO e CMO @ICT Sviluppo