Il CEO di HubSpot Brian Halligan ha praticamente coniato nel 2009 il termine "inbound marketing", sovrapponendolo al concetto di "permission marketing", sviluppato nel 1999 da Seth Godin. La più grande differenza? Che la metodologia dell'inbound adotta una terminologia e una sequenza che si trova passo passo nella "sua creatura" e sfida imprenditoriale, per l'appunto, HubSpot.
Fare cultura, ponendosi come leader di pensiero per diffondere una filosofia (il permission marketing) con una metodologia (l'inbound marketing), è un passo strategico importante, perché - nel caso di successo - ti spiana la strada commerciale a qualsiasi prodotto serva per portare questa metodologia su strada.
E, indiscutibilmente, nel caso dell'inbound marketing, questa strategia ha funzionato.
6 anni dopo l'uscita del libro, quando ancora HubSpot non aveva dei referenti dedicati allo sviluppo commerciale in Italia, mi sono trovato a fare un corso di inbound marketing finanziato dalla regione Veneto.
Direi che l'impatto del libro del 2009 di Halligan e Shah, "Inbound Marketing" (clicca QUI per acquistare su Amazon l'ultima edizione), è stato devastante.
Ovviamente, mentre negli Stati Uniti un'azienda che cresceva a ritmi vertiginosi e quotata in borsa poteva "supervisionare" la popolarità del termine e "garantirne" la corretta interpretazione, in Italia non è accaduto altrettanto.
Non è bastato l'ottimo libro di Jacopo Matteuzzi del 2014 che si è fatto carico di divulgare il verbo (clicca QUI pr acquistarlo su Amazon), o quello di Luca Conti arrivato qualche mese dopo (clicca QUI per acquistarlo su Amazon) il termine inbound marketing è diventato un vocabolario a suffragio di una categoria di professionisti del web che ha saputo cogliere, meglio di altri, le necessità delle aziende: i consulenti e gli specialisti della SEO, dell'ottimizzazione del sito per posizionarsi meglio sui motori di ricerca.
La terminologia, nel linguaggio comune, è diventata praticamente un sinonimo di blog + seo + social + landing page, perdendo spesso per strada tutta l'analisi del buyer persona, del buyer's journey, dell'offerta dei contenuti top of the funnel e middle of the funnel, per fare lead generation, segmentare i lead, qualificarli commercialmente e supportare il processo di alimentazione e chiusura con la marketing automation.
Perché?
Presto detto: perchè per fare inbound marketing ci vuole:
- un sito web che presenti in modo chiaro l'offerta e i vantaggi;
- un blog per fare formazione, attrarre prospect ed avere materiale da condividere sui social e alimentare la presenza sui motori di ricerca;
- contenuti di valore da offrire ai prospect, anche quando non si trovano nella fase decisionale e d'acquisto;
- landing page e form per accedere a questi contenuti, in modo da creare liste di lead;
- uno strumento per analizzare e monitorare le interazioni dei lead con sito, blog, landing page, form, call to action, social, email... mettendo tutto assieme e con la capacità di segmentare in lise differenti a seconda degli interessi dei lead;
- un motore di marketing automation per alimentare "the right person at the right time with the right content";
- un flusso di informazioni armonico che possa arrivare integro e totale al commerciale per supportare la fase di chiusura.
Ecco...HubSpot queste funzioni ce le ha (e molte altre !).
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Perchè, volente o nolente, il termine è stato coniato e diffuso da una multinazionale che vende un prodotto. Un prodotto che serve a gestirlo. Quindi, quando parliamo di "inbound marketing", farlo senza fare continuo riferimento alla piattaforma digital per gestire tutte le fasi necessarie e codificate nella metoddologia inbound, è ipocrita e non si rende un buon servizio a chi ascolta.
L'inbound marketing, fuori dai denti e da ogni dubbio, è il libretto di istruzioni di HubSpot.
Se pensate di poter fare inbound marketing con multipiattaforme alla Frankenspot o con un sito in Wordpress, con Mailchimp e poco altro, siete sicuri di avere una visione integrata e strategica e di ottimizzare realmente il vostro modo di lavorare?
Se vendete ai vostri Clienti “inbound marketing" con lo stesso approccio, molto probabilmente non state ottimizzando il vostro tempo e il Cliente paga inefficienze di processo nonché si perde la possibilità di avere visibilità completa del vostro servizio.
Che ne pensa della definizione di "libretto delle istruzioni di HubSpot" per l'Inbound marketing Adib Mouchanan, partner manager di HubSpot per l'Italia ?
"Giovanni con questo post il tuo sangue è più arancione che mai ! :)
Comunque piuttosto che veder buttare soldi in banner e attività paid, email spam etc etc ma sinceramente lunga vita a chi considera Inbound Marketing sinonimo di SEO, blog e landing page !
Se invece facciamo una considerazione in chiave HubSpot il termine Inbound (Marketing & Sales) ha un significato molto più ampio, praticamente è il DNA di questa azienda.
Si può fare Inbound senza la tecnologia HubSpot? Ovviamente sì ! Farla con la tecnologia e seguendo la metodologia HubSpot molto probabilmente porta a risultati migliori … puoi correre i 100 metri con gli scarponi da sci? Certamente ! Forse con le scarpe adatte e una giusta preparazione atletica il tempo sul cronometro sarà migliore, scommettiamo?
Se fai Inbound in maniera seria e non usi HubSpot qualche domandina dovresti fartela così come se hai acquistato la tecnologia HubSpot e non la sfrutti al massimo applicando la metodologia corretta !
Comunque ricordiamoci chewww.inbound.com è l’evento per eccellenza e che il termine Inbound è un marchio registrato http://legal.hubspot.com/trademarks"
Tutti d'accordo quindi?
Senza HubSpot...è tutto più difficile?
No, per me è impossibile fare inbound marketing.
Faccio un sacco di altre cose, ma non certamente inbound marketing.
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Alcune informazioni sull'autore
Giovanni Fracasso
COO e CMO @ICT Sviluppo