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Ecommerce cross border: rischi nelle vendite transfrontaliere

13 aprile 2023

| Redazione |
8 minuti per leggere
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Se hai intenzione di dare un respiro internazionale al tuo e-commerce, devi chiederti cos’è l’ecommerce cross border e come funziona. Non ne hai mai sentito parlare? Non sorprenderti, si tratta di una meccanica di vendita a livello globale nata da poco che sta rapidamente prendendo piede nell’online.

Abbiamo realizzato questa guida proprio per capire cosa sia l’ecommerce cross border, come funziona, quali sono i rischi da valutare e come sfruttarlo al meglio per dare una marcia in più alla propria attività online.

Per prima cosa analizziamo meglio il significato di cross border, una tecnica di vendita che ha permesso ai brand di accorciare sempre di più le distanze con i clienti.

Oggi tutte le aziende puntano alla massima soddisfazione del cliente, che passa per un servizio personalizzato e costruito su misura secondo le esigenze dei consumatori.

Per capire meglio il concetto di cross border, facciamo un salto indietro a pochi anni fa. Finora le vendite online avvenivano a livello nazionale: i consumatori acquistavano prodotti realizzati da aziende operanti e residenti in Italia.

L’avvento del cross border in Europa ha cambiato le cose, accogliendo il desiderio dei clienti di acquistare prodotti di marchi internazionali al di fuori dell’Europa.

Sempre nell’ottica di un’esperienza d’acquisto altamente personalizzata, sono profondamente cambiate le aspettative degli acquirenti che si aspettano di poter comprare prodotti di qualsiasi brand, anche internazionali, ma utilizzando siti che parlano la loro lingua e che usano la loro stessa valuta. In sostanza si tratta di acquisti su scala globale, da portare a termine però con transazioni locali.

L’ecommerce cross border sta cambiando le dinamiche soprattutto nell’ambito del B2C, dove le aziende devono adattarsi alle nuove dinamiche di mercato ma soprattutto alle nuove esigenze dei clienti che sono sempre più mutevoli.

In tale ottica i progetti ecommerce devono ampliare i loro orizzonti, adottando tutte le misure necessarie per soddisfare le preferenze culturali e le abitudini d’acquisto dei loro clienti.

Questo ulteriore step di crescita per gli ecommerce non è affatto facile, poiché bisogna offrire un’esperienza d’acquisto online di tipo locale personalizzata per ogni cliente, muovendosi però entro i limiti imposti dalle normative e dalla logistica dei mercati stranieri.

Come analizzeremo di seguito sono tanti i rischi che bisogna considerare e che possono trasformarsi in danni economici incalcolabili per l’azienda, quindi è necessario muoversi con estrema cautela in questo mercato spinoso.

Tuttavia, muovendosi con circospezione e nel rispetto delle normative, è possibile imboccare una via che porta dritti dritti verso il successo conquistando nuove fette di mercato impensabili solo fino a qualche tempo fa.

I pagamenti cross border, cioè oltre frontiera, sono operazioni effettuate all’estero oppure con l’ausilio di intermediari finanziari. Questi pagamenti sono molto più complessi rispetto a quelli ordinari, infatti basti pensare che il pagamento stesso avviene in valute differenti e bisogna avere a disposizione un supporto tecnico e normativo affinché non ci siano incongruenze e anomalie.

Poiché il cross border è ormai stato sdoganato negli ecommerce, anche quelli sviluppati in Shopify, a tutte le latitudini, sono state individuate 3 soluzioni:

  • creazione di una struttura di valute digitali nazionali inter-operative. In pratica due banche centrali, ognuna con la sua rispettiva valuta, potrebbero renderle compatibili secondo standard tecnici comuni e condivisi. Spetterebbe poi ai soggetti privati creare servizi e prodotti connessi ai pagamenti cross-border;
  • creazione di un sistema di valute digitali connesse tra di loro in modo strutturato. In tal caso si tratta di un sistema più centralizzato, poiché ogni operatore avrebbe conti correnti di corrispondenza verso la propria banca centrale. Se quindi un’azienda italiana volesse pagarne un’altra statunitense in dollari, sarebbero le rispettive banche (quella italiana e quella statunitense) a spostare i conti presso la BCE e la Federal Reserve;
  • creazione di una multi-valuta digitale. Questa è la soluzione che piace di più e che prevede un unico sistema più fluido e scorrevole dove sono presenti differenti valute digitali. In tal caso servirebbe una maggiore centralizzazione e i vari operatori dovrebbero trovare un sistema di regole ben strutturate accettate da tutti.

Se da un lato l’ecommerce cross border apre le porte ad opportunità inimmaginabili fino a poco tempo fa, d’altro lato non bisogna ignorare i rischi di questa forma di mercato che è ancora in uno stato embrionale e che quindi presenta molti punti oscuri e trappole che vanno evitate. I 4 rischi collegati a questa tipologia di ecommerce, che possono essere sensibilmente limitati negli ecommerce Shopify, sono essenzialmente 4:

  • furto di identità e frodi;
  • privacy;
  • adempimenti fiscali;
  • logistica inversa.

Furti di identità e frodi

Le frodi rappresentano lo spauracchio principale dell’online, soprattutto quando ci si affaccia in un mercato internazionale al di fuori del proprio “cortile”.

Sono aumentate in maniera preoccupante le frodi e i furti di account, che si traducono in danni di miliardi di dollari e di euro per le aziende coinvolte.

Il furto di identità è un altro serissimo problema per le aziende che operano online e neanche multinazionali e banche sono immuni da questi rischi.

Le aziende che decidono di operare a livello internazionale, e che quindi sono esposte a più rischi in quanto si muovono su più mercati, devono quindi rafforzare ancora di più i loro sistemi di protezione per tutelarsi dagli attacchi hacker provenienti da ogni angolo del mondo.

Privacy

Altro tema particolarmente spinoso è quello della privacy, che viene preso molto sul serio in Europa, Nord America e America Latina dove le leggi sono particolarmente rigide.

Tali leggi possono variare costantemente da paese a paese, ma anche la loro applicazione può seguire dinamiche diverse. Chi pratica ecommerce in Cina, ad esempio, deve fare i conti con una normativa estremamente stringente per quanto riguarda il commercio elettronico e la sicurezza informatica.

Ma già in Europa le cose sono profondamente cambiate dal 2018 con il GDPR, che impone agli e-commerce controlli più rigidi e serrati sulla raccolta dei dati dei consumatori dei 27 paesi dell’UE, anche se l’attività operativa è al di fuori dei confini dell’Unione Europea.

I trasgressori rischiano di andare incontro a multe salatissime, che possono arrivare addirittura fino a 20 milioni di euro.

Gli adempimenti fiscali

Anche gli adempimenti fiscali sono un materia piuttosto spinosa per gli e-commerce che operano in mercati stranieri. Bisogna conoscere bene le regole della tassazione e come segnalare i prodotti tassati alle autorità fiscali competenti. Ogni mercato ha le sue leggi locali sulle quali è necessario informarsi costantemente e che vanno rispettate per evitare di commettere errori che si trasformano in multe molto salate.

Proprio perché la questione è particolarmente complessa e di difficile comprensione, la Commissione Europea negli ultimi anni ha introdotto delle novità per rendere più fluida e flessibile la tassazione e la fiscalità in generale. In ogni caso è necessario rispettare alla lettera le normative, altrimenti si va incontro a pene molto severe.

La logistica inversa

Per sfruttare alla perfezione i vantaggi garantiti dal commercio elettronico transfrontaliero, è necessario che la logistica funzioni perfettamente e garantisca al cliente un’esperienza d’acquisto fluida e senza intoppi.

Tutto deve funzionare perfettamente dalla consegna fino al reso, senza ritardi eccessivi o altre criticità.

Da questo punto di vista le dinamiche sono le stesse di un e-commerce locale: se ci sono ritardi, se non viene accettato il reso per motivi non giustificabili o se il pacco arriva danneggiato il cliente sarà scontento dell’esperienza vissuta con quel brand e ne avrà quindi una cattiva considerazione, che inciderà negativamente sul brand awareness dell'azienda.

Per sapere come Shopify aiuta i merchant ad avere ecommerce cross boarder puoi leggere il nostro articolo sugli ecommerce internazionali.

Una volta compreso cos’è il cross border ecommerce, bisogna capire quali sono i mercati che offrono le maggiori opportunità.

Indubbiamente la Cina rappresenta un mercato molto appetibile, grazie al boom economico degli ultimi anni, ma bisogna sempre fare i conti con la legislazione e l’interferenza del governo che diventa sempre più pressante.

Volgendo lo sguardo sempre verso Oriente, anche i mercati dell’Asia sudorientale (in particolare Indonesia e Singapore) hanno ampi margini di crescita e offrono grandi opportunità. Non a caso colossi come Alibaba e Amazon stanno guardando in quella direzione già da tempo.

Restando invece nei confini europei sta destando molto interesse la crescita degli acquisti transfrontalieri nel commercio elettronico in Francia. Secondo recenti dati gran parte degli acquirenti francesi effettua acquisti da commercianti transfrontalieri e, poiché è un mercato vicino geograficamente, vale sicuramente la pena informarsi meglio.

Il cross border ecommerce è un mercato in continua ascesa, quindi ignorarlo sarebbe controproducente poiché significherebbe restare al palo mentre gli altri competitor corrono veloce verso l’“El dorado” dell’e-commerce. Del resto già i marketplace hanno fornito esempi lampanti di quanto sia facile intercettare clienti stranieri.

Il difficile viene dopo, cioè adeguarsi alle normative e alle leggi fiscali degli altri paesi per operare sul terreno della legalità ed evitare le mine e le trappole che sono disseminate ovunque.

Il cross border ecommerce è comunque un ottimo banco di prova per i propri prodotti che, se dovesse sfondare anche in mercati esteri, garantirebbero una crescita esponenziale anche per le piccole e medie aziende. Servono però competenza, intuizione, fiuto degli affari, massima attenzione verso le normative vigenti e investimenti mirati.

Ovviamente alla base servono conoscenze specifiche per quanto riguarda il corretto utilizzo degli e-commerce. In fondo anche un viaggio di 1.000 miglia inizia con un singolo passo, quindi per cominciare la tua scalata verso il successo e avviare il tuo progetto Shopify puoi scaricare l’ebook gratuitamente a fine articolo per capire come far funzionare correttamente un ecommerce.

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