Uno dei fattori di successo (o insuccesso) per il tuo e-commerce da non sottovalutare è quello fiscale. Ecco le 5 domande che dovresti fare a te stesso prima di aprire un sito di e-commerce per essere in regola con la normativa fiscale.
Se stai leggendo questo articolo sicuramente stai pensando di avviare un sito di e-commerce e vuoi conoscere tutti gli adempimenti fiscali. In questo post analizzeremo le procedure per avviare un sito di e-commerce ed essere in regola con la normativa fiscale.
Naturalmente, questa guida non ha alcuna volontà di sostituirsi a una consulenza con il tuo commercialista. L'intento è puramente informativo, quindi ricorda sempre di chiedere delucidazioni al tuo professionista di fiducia.
Le domande che mi arrivano sono moltissime e per questo ho deciso di rispondere alle 5 più frequenti, ma che delineano in maniera completa la normativa per l’avvio di un sito per la vendita in e-commerce.
Perché fare o non fare un sito di e-commerce?
Di siti e-commerce ce ne sono infiniti e di prodotti venduti ancora di più. La concorrenza è agguerrita, specialmente per i prodotti tecnologici per l’abbigliamento e per gli articoli a basso costo.
In un mercato così agguerrito c’è ancora posto per altri e-commerce?
Mettere su un sito di e-commerce non è semplice e soprattutto non garantisce in alcun modo un successo immediato. Guardando su internet si vedono molti siti che hanno avuto successo, ma immaginati anche quanti altri hanno chiuso perché non riuscivano a vendere. Pensa a quanti soldi può spendere Amazon per farsi pubblicità, pensa alle risorse che tu hai a disposizione e pensa a quale quota di mercato puoi aspirare.
Il mercato in questo campo è dato dai motori di ricerca: essere nelle prime pagine è sicuramente un ottimo indizio che ti porterà alla vendita, ma come te, la pensano allo stesso modo anche molti altri negozi online.
Conoscere la normativa fiscale per aprire un sito di e-commerce è l’ultimo degli aspetti che dovrai considerare, anche perché in questo avrai l’ausilio del tuo Commercialista di fiducia.
L’aspetto che farà davvero la differenza se vorrai aprire un e-commerce di successo è come superare la concorrenza dei siti già esistenti, e per questo dovrai essere bravo a trasformare i visitatori in utenti del sito: insomma dovrai imparare a “convertire“ i "lead". I motivi dell’insuccesso di un sito di e-commerce possono essere tanti, non solo legati ai bassi budget per le campagne di advertising, ma anche keyword di ricerca insufficienti e scarsi contenuti.
In ogni caso, se anche tutti questi aspetti non ti spaventano e credi che la tua sia davvero un’idea vincente, eccoti le 5 domande che devi porti prima di avviare un sito di e-commerce per essere in regola con la normativa fiscale.
È obbligatoria la partita Iva per poter vendere su internet?
L’obbligo di apertura della partita Iva riguarda tutti i soggetti che intendono avviare un’attività di tipo commerciale, sia essa di e-commerce oppure di vendita tradizionale.
La partita Iva deve essere aperta prima dell’avvio dell’attività. Per avviare un sito di Ecommerce non ci sono alternative, si deve operare come dei commercianti, e fatturare (FATTURARE!!) tutte le operazioni attive e passive derivanti dall’attività. Questo a prescindere dal volume dei ricavi.
Sono sicuro che in molti penseranno che sia poco economico aprire una partita Iva per un’attività che almeno inizialmente è destinata a non raggiungere guadagni elevati.
Ti ricordo che ogni sito internet che propone la vendita di beni o servizi è obbligato ad indicare il proprio numero di partita Iva, proprio per evidenziare al possibile cliente che trattasi di operatore professionale. In secondo luogo operare senza partita Iva ti espone a rischi non indifferenti in caso di controlli fiscali. Tutte le operazioni effettuate potranno esserti contestate, come mancata fatturazione, e potrebbe esserti richiesto il versamento dell’Iva e delle imposte dirette evase.
Non è molto saggio rischiare, soprattutto se l’idea è buona e se si vogliono fare le cose per bene.
Per questo è fondamentale affidarsi ad un professionista competente in ambito fiscale, e soprattutto nell’ambito dell’e-commerce. Quello che molti non conoscono sono i vantaggi che possono esserci utilizzando la partita Iva: ogni operatore economico, infatti, ha facoltà di detrarsi l’Iva sugli acquisti che effettua e di versare all’erario l’Iva sulle vendite che esegue.
Questo meccanismo vi permetterà di poter detrarre l’Iva sugli acquisti, necessari ad avviare il tuo sito di e-commerce, e se nel primo anno le cose dovessero andare male (e non ci fossero vendite), da un punto di vista Iva avrai comunque un credito dato dall’Iva pagata sugli acquisti.
Anche da un punto di vista del reddito in caso di esigui o nulli guadagni non ci saranno imposte da versare, ma addirittura, ci sarà una perdita fiscale che potrai andare ad utilizzare negli anni successivi, quando le cose si spera andranno meglio, per abbattere il reddito imponibile. Anche la partita Iva se correttamente utilizzata può portare vantaggi, ma per questo ti serve un bravo consulente.
Quello che ti abbiamo appena spiegato è il meccanismo di funzionamento della partita Iva di un soggetto che non adotta regimi semplificati. A questo proposito voglio segnalarti anche che vi sono vantaggi per i soggetti che decido di aprire partita Iva per la realizzazione del loro sito di e-commerce avvalendosi del Regime forfettario. Si tratta di un regime contabile semplificato volto ad incentivare l’attivazione di nuove attività produttive proprio per la sua semplicità e per gli scarsi adempimenti e per l’esigua tassazione, a cui sono sottoposti i contribuenti.
È obbligatoria l’iscrizione alla Camera di Commercio e all’Inps?
L’iscrizione nel Registro delle Imprese istituito presso la Camera di Commercio di ogni provincia è obbligatoria, oltre che per le società anche per gli imprenditori individuali e gli imprenditori agricoli/coltivatori diretti.
Sono obbligati a richiedere l’iscrizione nel Registro delle Imprese le persone fisiche che esercitano l’attività di Imprenditore commerciale individuale e che intendono avviare la gestione di un sito di e-commerce.
L’iscrizione deve essere effettuata nello stesso momento dell’apertura della partita Iva, e successivamente permette l’avvio dell’attività. L’iscrizione in Camera di Commercio comporta il versamento di un contributo annuo parametrato alla natura del soggetto (impresa individuale, società di persone, di capitali, ecc).
L’esercizio di un’attività commerciale in forma abituale fa sorgere l’obbligo contributivo nella Gestione previdenziale degli artigiani e dei commercianti, ma ad essa deve essere collegato l’esercizio dell’attività in via abituale e prevalente pertanto non sono iscrivibili i seguenti casi:
- Svolgimento di attività da lavoro dipendente a tempo pieno;
- Partecipazione alla realizzazione dello scopo sociale esclusivamente tramite conferimento di capitale;
- Altra attività prevalente con iscrizione alla relativa cassa/ente previdenziale;
- Iscrizione alla gestione previdenziale degli artigiani o commercianti per altra attività d’impresa.
L’iscrizione alla gestione commercianti prevede il versamento di un contributo fisso obbligatorio annuo di circa 3600 euro da versarsi in quattro rate trimestrali, oltre al versamento di un saldo e di un acconto da versarsi sulle quote di reddito eccedenti i minimali di reddito.
È possibile fare un business plan per il mio e-commerce?
Il business plan è uno strumento aziendale che ha l’obiettivo di simulare il funzionamento reale dell’impresa, quando la tua business idea sarà effettivamente realizzata.
Il business plan ha il vantaggio di simulare l’andamento aziendale facendo delle ipotesi al fine di prevedere l’andamento del business nei primi anni di vita. Per riuscire a fare questo il business plan deve riuscire a racchiudere al suo interno tutte le parti del business: dal marketing, alle strategie di differenziazione, dalle strategie di vendita, alla gestione della liquidità “cash flow“, agli investimenti futuri.
Per essere veramente utile, ma soprattutto affinché il business plan sia effettivamente preso in considerazione da possibili potenziali finanziatori, quest'ultimo deve abbracciare ogni parte delle vostre strategie di business. Naturalmente, tutto questo non è affatto facile, e richiede un costante confronto con tutti i possibili interlocutori, clienti, fornitori, amici, familiari, oltre ad un fondamentale aiuto da parte di professionisti del settore.
Quanto costa il commercialista per l'e-commerce?
Il costo del professionista commercialista per aiutarti nella gestione fiscale del tuo e-commerce può variare a seconda di diversi parametri tra cui: ammontare degli acquisti e delle vendite; numero di documenti contabili da registrare; tipologia degli acquisti e vendite (acquisti Italia, acquisti intracomunitari, importazioni, esportazioni); numero di conti correnti, presenza di dipendenti, forma giuridica adottata, etc).
Tuttavia questo è soltanto il minore dei costi di gestione che dovrai mettere in conto per avviare il sito di e-commerce.
Hosting, dominio, marketing, pubblicità, consulenza, saranno le principali voci di costo che dovrai affrontare. Alcuni di questi costi, come il dominio e l’hosting sono costi fissi che si sostengono ogni anno, mentre il marketing, la pubblicità e la consulenza possono variare a seconda del budget che si ha a disposizione per l’attività.
Comunque, l’aspetto più importante è la gestione delle vendite del tuo sito: per vendere i prodotti con magazzino ti serviranno grossi budget per acquistare e conservare la merce, mentre l’attività di dropshipping che ti consente di affidare il magazzino e la consegna dei prodotti a terzi, potrebbe garantirti guadagni irrisori e insufficienti a coprire i costi di gestione.
Queste sono le principali problematiche e costi da tenere in considerazione quando si vuole avviare un sito per la vendita di beni in e-commerce.
Bene, è tutto. Spero di aver fatto chiarezza su alcuni punti. Come vedi, la gestione tributaria di un e-commerce non è per nulla differente da quella di una comune attività commerciale.
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